ADRIANA SABA

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Ossessioni

Gravidanza e Maternità

QUALI SONO GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELLA GRAVIDANZA?

La gravidanza è un’esperienza di grande intensità che rimane impressa indelebilmente nella memoria fisica ed emotiva di chi la vive. Intorno a questa condizione ruotano contenuti importanti che riguardano molteplici dimensioni della persona.
Una prima dimensione è quella fisica. Il corpo della donna, nei nove mesi della gravidanza, si prepara ad accogliere, far nascere e accudire un cucciolo di uomo. Gli enormi cambiamenti fisici di questo periodo rivestono un ruolo importante per la donna che dovrà adattarsi a come il corpo si modifica e alle conseguenze, anche molte diverse da donna a donna, che questo cambiamento comporta. I rapidi mutamenti ormonali causano generalmente periodi di nausea e spossatezza nei primi mesi e grande energia vitale negli ultimi. Il peso della pancia che cresce può creare fastidi, ma anche esperienze sensoriali sorprendenti.
Ed è facile comprendere quanto la dimensione fisica e quella emotiva e psicologica siano strettamente connesse. Per molte donne questo è un periodo di stupore, magia, grandi emozioni, per altre può essere una condizione di stress, ansia e paura. Non solo, l’esperienza emotiva per la stessa donna può cambiare a seconda della fase della gravidanza.
Un’altra dimensione di grande rilevanza è quella medica che negli ultimi decenni ha rivestito un ruolo sempre più importante. Attraverso la medicalizzazione della gravidanza e del parto la salute di madre e bambino è sicuramente molto tutelata a discapito a volte di un’attenzione, che risulta più carente, alla dimensione umana, psicologica ed emotiva delle persone coinvolte in questa esperienza. È frequente infatti che la gravidanza, il parto e il puerperio si uniformino più alle esigenze del personale sanitario che ai bisogni di madre e bambino con conseguenze importanti rispetto alla relazione madre-bambino e alla salute psicologica della donna. All’interno di questa dimensione rientrano inoltre le procedure di PMA, ossia di procreazione medicalmente assistita. Negli ultimi anni il ricorso a tali pratiche risulta sempre più diffuso e di conseguenza anche la necessità di essere supportati non solo medicalmente ma anche psicologicamente.
Un’ultima dimensione riguardante questo periodo è quella ambientale riferita a tutti gli aspetti di contesto che ruotano intorno alla donna. Ci riferiamo a partner, figure di supporto, famiglie di origine, contesto ambientale in cui si vive, situazione lavorativa della donna e degli altri membri della famiglia, messaggi veicolati dai media rispetto al tema della gravidanza. Ognuno di questi elementi riveste un’importanza nella misura in cui entra in gioco nell’esperienza della gravidanza contribuendo a rendere questo momento più o meno sereno, più o meno difficile.
Le varie dimensioni fin qui esposte ci aiutano a comprendere la complessità di questo periodo e gli innumerevoli aspetti che ne entrano in gioco.
Ebbene, non è infrequente che sia la donna che le altre persone coinvolte in questa esperienza possano sviluppare forme di malessere e disagio che hanno bisogno di essere opportunamente considerate.

Negli ultimi anni il panorama rispetto alle problematiche psicologiche legate alla gravidanza e al post partum si è notevolmente ampliato, dando così l’opportunità a chi se ne occupa di inquadrare in modo più chiaro le varie situazioni possibili e di individuare il sostegno migliore da offrire. Vediamo nello specifico quali condizioni è possibile incontrare in questo periodo.
Maternity blues
La condizione di maternity blues, nota anche come baby blues, emerge tipicamente a pochi giorni di distanza dal parto e scompare entro10-15 giorni dal parto. Le manifestazioni attraverso cui si presenta sono: ansia, pianto frequente, stanchezza, ipersensibilità, instabilità dell’umore, tristezza e confusione mentale. È presente nel 50-80% delle neomamme. Il motivo della sua comparsa è rintracciabile principalmente nell’aggiustamento ormonale in corso tipico di questa fase del post partum e nella nuova esperienza di vita che la neomamma sta affrontando. Tale condizione tende a risolversi spontaneamente differentemente dalla depressione post partum che invece potrebbe richiedere un intervento terapeutico mirato.
Depressione peripartum
La depressione peripartum è un episodio depressivo minore o maggiore che può presentarsi nel periodo che va dalla gestazione fino ad un anno dopo la nascita del bambino. Si manifesta attraverso pensieri negativi, angosce, paure, pessimismo, autosvalutazione relativi alle proprie capacità genitoriali e di prendersi cura del bambino. Parliamo di depressione pre partum se questa si presenta prima della nascita del bambino, mentre post partum se si presenta dopo la nascita. La depressione prenatale colpisce il 10-12% delle donne, mentre la depresisone postnatale il 10-15%. Rispetto alla condizione di maternity blues il momento dell’esordio può essere diverso, la risoluzione difficilmente è spontanea e la durata è più lunga. Inoltre ci possono essere conseguenze significative sulla donna, sul bambino e sulla vita familiare in generale.
Ansia perinatale
I disturbi ansiosi in gravidanza rappresentano un raggruppamento eterogeneo che va dal disturbo d’ansia generalizzato alle fobie specifiche e alla fobia sociale, dal disturbo da attacchi di panico al disturbo ossessivo-compulsivo e altro ancora. Un quadro specifico di ansia in gravidanza è relativo ad un’ansia rispetto ai cambiamenti nel proprio aspetto fisico, all’intensa paura di provare dolore o perdere il controllo durante il parto, paura per la propria salute e quella del nascituro, preoccupazioni rispetto ai cambiamenti nella propria vita, ansie per il ruolo genitoriale, aspettative negative rispetto alla maternità, difficoltà di adattamento al ruolo materno. Tale condizione colpisce il 15-20% nel periodo della gestazione, con un picco nel primo e terzo trimestre ed una tendenza al decremento nei primi mesi post partum. Una forma più specifica di ansia nel periodo della gravidanza è la cosiddetta tocofobia ed è relativa alla fobia del parto. Tale paura costituisce uno dei motivi più frequenti per cui alcune donne chiedono di partorire con cesareo.
Psicosi puerperale
È il quadro più critico di malattia mentale in epoca perinatale, ma anche il più raro. Si manifesta attraverso: depressione, perdita di contatto con la realtà, disturbi della memoria e del pensiero, episodi deliranti e allucinazioni. L’insorgenza avviene a poche ore o giorni dal parto.
Disturbo post traumatico da stress legato al parto
Tale disturbo è la conseguenza di un’esperienza traumatica del parto. Si manifesta a breve distanza dal parto con pensieri intrusivi, flashback, incubi che rimandano all’evento traumatico, disturbi del sonno, di concentrazione, di memoria, ipervigilanza, irritabilità e rabbia.
La psicoterapia è l’intervento più efficace nel caso di condizioni patologiche come depressione, ansia, psicosi e disturbo post traumatico legato al parto. A volte è necessario affiancare alla psicoterapia un percorso farmacologico a seconda della gravità della situazione. In generale il sostegno alle neomamme è fondamentale per prevenire l’insorgenza di condizioni cliniche più serie. Tale supporto deve garantire un aiuto sia pratico che emotivo. La genitorialità è un’esperienza di grande intensità e i vissuti psicologici che meritano di essere affrontati sono numerosi. Un professionista esperto può essere d’aiuto sia per capire come gestire alcune condizioni di malessere, sia per indirizzare la persona verso altre figure professionali specializzate nei vari contenuti della perinatalità.