TIMIDEZZA. QUANDO LA PAURA DI ESPORSI DIVENTA UN PROBLEMA

La timidezza è come un bollino appiccicato sulla pelle di chi la vive. “Sono timido e non riesco”; “sono timida e non ci posso fare niente”; “parlo poco perché sono una persona timida”; “non mi va di parlare delle mie cose…sono timido”.
Ma sei sicuro che funzioni davvero così? Si nasce timidi e si rimane timidi senza speranza di cambiare? Essere timidi è un aspetto irreversibile del proprio carattere? Credo che la questione sia un po’ differente. Capire cos’è la timidezza è importante per iniziare a comprendere la situazione ed eventualmente decidere di affrontarla.

Timidezza, riservatezza e fobia sociale

Intanto chiariamo subito la differenza tra timidezza e riservatezza. Secondo il dizionario Treccani la persona riservata è la persona discreta e misurata nell’esprimersi e nel comportarsi. La persona riservata non è sicuramente una gran chiacchierona e quando parla e si espone lo fa misuratamente e a proposito. La persona timida tende, invece, a sperimentare ansia in diverse situazioni sociali, ha paura di parlare a sproposito, di dire o fare cose imbarazzanti. Chi si sente timido teme di essere giudicato come ansioso, impacciato o stupido. Nei casi più estremi si può arrivare alla fobia sociale, quando cioè la timidezza diventa tale da portare ad un significativo evitamento degli incontri con gli altri, così da rischiare un vero proprio isolamento sociale.

Come si manifesta la timidezza

Alla base del problema sembra esserci la paura di essere giudicati negativamente dagli altri. La paura di attirare l’attenzione su di sè può essere così forte da cercare di esporsi il meno possibile quando si è in compagnia proprio per il timore del giudizio. La persona timida ha inoltre paura di apparire come tale e di risultare per questo goffa e impacciata. Insomma un vero e proprio circolo vizioso della vergogna. Le emozioni che la persona timida sperimenta più frequentemente sono ansia, paura, vergogna e imbarazzo. A volte il solo pensare di doversi esporre ad una determinata situazione sociale crea sensazioni fisiche come malesseri gastrointestinali, tensione muscolare, confusione, tachicardia, tremori ecc. Chiaramente le situazioni più temute sono quelle maggiormente affollate o quelle in cui sono presenti persone particolarmente “importanti”, il cui giudizio è vissuto come altrettanto “importante” e “determinante”.

I comportamenti che aumentano e mantengono la timidezza

Spesso alcuni comportamenti utilizzati per tenere sotto controllo la timidezza non fanno altro che aumentarla e rinforzarla. Ecco alcuni “comportamenti protettivi” che anziché migliorare la situazione la peggiorano, in quanto il sollievo immediato che ne deriva finisce col rinforzare le credenze e i comportamenti che sono alla base del problema.
1. Evitare una gamma di situazioni che suscitano ansia, paura e vergogna, come feste, cene, situazioni socialmente “affollate”, colloqui di lavoro. Continuare a non esporsi alle situazioni temute impedisce di affrontarle e di superare le paure.
2. Cercare la presenza di persone di fiducia per vivere le situazioni sociali che creano ansia, ossia ricorrere alla strategia di “andare solo se accompagnati”. Un po’ come l’evitamento, anche questo comportamento impedisce di affrontare e superare la paura, rinforzando convinzioni negative e favorendo a lungo andare il proliferare di emozioni spiacevoli.
3. Assumere alcol o droghe per limitare le sensazioni spiacevoli legati all’ansia e all’imbarazzo. Con questa soluzione si rischia di aggiungere altri problemi, come quelli legati agli effetti di alcol e droghe o il rischio di sviluppare una dipendenza da sostanze.
4. Nascondere aspetti di sé. Celare e camuffare aspetti di sè, come imperfezioni del proprio aspetto, esperienze infantili, errori del passato o difficoltà psicologiche attuali, può rischiare di suscitare una costante paura di essere “scoperti”. Omettere e nascondere aspetti ritenuti vergognosi può impedirti di scoprire che altre persone hanno avuto esperienze simili e che gli altri in fondo non sono giudici così rigidi ed inflessibili come credi.
5. Tenersi in disparte e/o utilizzare comportamenti strategici. Scegliere di non togliere la giacca in un ambiente caldo per non far vedere che si suda, crea le condizione per sudare ulteriormente e per sentirsi ancora più in imbarazzo. Allo stesso modo tenersi in disparte attira ancora di più l’attenzione su di sé.

Cosa si può fare per affrontare la timidezza

I passi che ti propongo per risolvere il problema sono tratti dai principi della terapia cognitivo comportamentale ed in particolare dal protocollo che offre per superare l’ansia sociale.
1. Diventa consapevole della tua difficoltà. Continuare a pensare che la timidezza fa parte del tuo carattere non fa che rinsaldare l’etichetta e il bollino riguardante il tuo modo di essere. Modificare un comportamento e un modo di essere è possibile.
2. Impara a controllare l’ansia. Per imparare a gestire le emozioni spiacevoli possono essere di aiuto alcuni semplici esercizi di rilassamento che praticati con regolarità consentono di dissolvere in breve tempo sensazioni ed emozioni sgradevoli che si attivano nelle situazioni sociali temute.
3. Riconosci i pensieri che si attivano nelle situazioni temute e impara a correggerli. Acquisire un modo di pensare realistico e più razionale è fondamentale per iniziare a sentirsi meglio. Pensare che gli altri ti giudicheranno negativamente o che farai una figuraccia ti fa sentire in ansia e a disagio. La differenza tra chi è timido e chi non lo è risiede proprio nel differente modo di pensare. Il dialogo interno della persona timida è autosvalutante e scoraggiante, mentre quello della persona che appare sicura di sé è autosupportivo e sicuramente più positivo. Esercitarsi a riconoscere i propri modi di ragionare è un ottimo inizio per convincersi che la timidezza è nella testa di chi la vive.
4. Non evitare. Il modo migliore per affrontare la timidezza è esporsi alle situazioni sociali. Puoi iniziare compilando una lista di situazioni che temi e tendi ad evitare iniziando da quelle che ti sembrano meno drammatiche fino ad arrivare a quella che ti spaventano di più. Inizia perciò la tua “arrampicata” partendo dal basso e decidendo di esporti a tutte le situazioni presenti nella lista con regolarità e costanza. Vedrai che col tempo il timore sarà minore e pian piano le situazioni ti diventeranno sempre più familiari.
5. Allenati a diventare più abile nelle relazioni sociali. Sicuramente l’esposizione alle situazioni sociali ti aiuta molto sia a sentirti pian piano più sicuro di te che ad esercitarti in alcune abilità sociali. A volte però è possibile sentirsi un po’ sprovvisti di alcune competenze. Perciò può essere importante trovare il modo di apprenderle, per esempio attraverso un training di gruppo o all’interno di un percorso terapeutico.

E per concludere ecco alcuni consigli!!

• convinciti che puoi accettare te stesso anche se non piaci ad alcune persone
• cerca di essere più flessibile rispetto a quanto interessante, coinvolgente e intelligente “dovresti” essere
• verifica appena puoi se le tue ipotesi, circa quello che gli altri pensano di te, siano fondate
• focalizza la tua attenzione sugli altri e sul mondo, piuttosto che solo su te stesso
• resisti alla tentazione di rivivere mentalmente le tue interazioni sociali una volta che sono passate