Tra i neogenitori il tema del co-sleeping è un argomento ampiamente discusso
e pare che, a riguardo, il mondo genitoriale si divida in due: chi è a favore del sonno condiviso e chi è contrario.Ma cosa s’intende per co-sleeping?
Co-sleeping significa dormire insieme, condividere il sonno. Con questa espressione la maggior parte delle persone intende la condivisione del lettone con il proprio bambino. In realtà parliamo di co-sleeping anche quando, durante il sonno, si condivide la stessa stanza pur dormendo in letti separati.
Se volessimo trovare l’espressione più corretta per parlare di condivisione del lettone dovremmo utilizzare il termine bed-sharing che letteralmente significa “condividere il letto”.
Chiariti i termini apriamo il dibattito sulla questione!
C’è chi respinge questa posizione, c’è chi la sostiene vivamente, sia tra i genitori che tra gli esperti. Le opinioni sono contrastanti e spesso mamme e papà si trovano combattuti nello scegliere “la soluzione migliore”. Personalmente credo sia importante ascoltare e condividere i bisogni della coppia, comunicare, osservare il proprio bambino e scegliere come rispondere ai suoi bisogni compatibilmente a come si vuole vivere sia di giorno che di notte. Non credo esistano soluzioni adatte a tutti, non penso ci siano regole uniche. Così come per il resto delle questioni (scelta degli orari, condivisone o meno dei pasti, cosa mangiare, chi frequentare, quale asilo scegliere ecc.) anche in questo caso credo sia opportuna una decisione informata, consapevole, condivisa e attenta alle esigenze di tutta la famiglia.
Perciò dove è più giusto che dorma il tuo bambino?
I luoghi del sonno possono cambiare a seconda delle esigenze della famiglia e in base all’età del piccolo. Ecco alcune soluzioni:
• Un lettone per tutti. Alcune famiglie scelgono di condividere il letto con i propri piccoli fino al momento in cui sarà il bambino stesso a decidere di cambiare ambiente. Le soluzioni adottate da queste famiglie sono varie e spaziano dalla scelta di un lettone più grande rispetto alle misure standard, alla possibilità di aggiungere uno o più lettini a fianco, sotto o sopra il lettone. In questo caso parliamo di bed sharing.
• La culla per il neonato. Molti genitori adottano la classica culla per neonati che oggi possiamo trovare in tanti stili diversi, diciamo che ce n’è per tutti i gusti! Quando la culletta viene posta vicino al letto dei genitori si parla di co-sleeping in quanto il sonno condiviso avviene all’interno della stessa stanza.
• Il side-bed. Questa è una soluzione adottata da moltissime famiglie. Si tratta di un lettino aperto in un lato posto accanto al lettone, al fine di creare continuità tra i due. In commercio esistono piccoli lettini ad hoc per i neonati. Per chi volesse continuare ad adottare questa modalità anche quando il bambino cresce esiste la possibilità di attaccare il lettino togliendo le sbarre da una parte, affiancandolo al lettone. In questo caso potrebbe essere necessario sopraelevare il lettino mettendo sotto un altro materasso e assicurarsi che sia ben attaccato al lettone in modo che il piccolo non corra il rischio di cadere nello spazio tra il lettino e il lettone. In questo caso la scelta rappresenta una via di mezzo tra bed sharing e co-osleeping.
• Il lettino con le sbarre. Il classico lettino con le sbarre viene generalmente utilizzato dopo il quarto-quinto mese, quando la soluzione precedente sembra essere ormai troppo stretta e quando lo sviluppo delle competenze motorie porta il bambino a mettersi in piedi. Le sbarre del lettino proteggono il piccolo. Qualcuno adotta il lettino con le sbarre da subito con il neonato, inserendo un riduttore all’interno. Se il lettino viene posto nella camera dove dormono mamma e papà parliamo sempre di co-sleeping.
• Il lettino singolo senza le sbarre. Questa soluzione viene generalmente adottata già intorno ai due anni. Oltre al classico letto singolo di dimensioni standard 80X190 ne esistono di più piccoli di misure 70X160 con versioni anche estensibili. Questi ultimi possiedono in genere una piccola spondina che previene le cadute. Esistono anche sponde adatte ai letti singoli di dimensione standard se vogliamo stare tranquilli specie all’inizio. Anche in questo caso parliamo di co-sleeping se il lettino viene collocato nella camera dei genitori.
• Il lettino montessoriano. Questo è un lettino basso, più o meno ad altezza pavimento, senza sbarre. Ne esistono di diverse misure e varianti. Qualcuno adotta questa soluzione già nel passaggio dalla culla al lettino. In genere sono i lettini che utilizzano negli asili nido. Alcune famiglie adagiano il materasso direttamente sul pavimento, ed ecco fatto il lettino montessoriano!
Come si può notare da questo excursus esistono molte diverse soluzioni rispetto a dove può dormire il tuo piccolo. Ribadendo il fatto che credo la scelta sia personale ci tengo ad offrirti alcuni suggerimenti di carattere generale:
• Tieni la culla accanto al lettone nei primi mesi di vita per favorire continuità e contatto e per agevolare l’allattamento. Inoltre facendo dormire il bambino nella tua stanza rispetti una delle norme di sicurezza messe a punto dalla Croce Rossa Italiana per la prevenzione della SIDS.
• Favorisci il contenimento del tuo bambino, sempre nei primi mesi di vita, facendolo dormire in uno spazio a misura sua, dove possa sentirne i confini…un po’ come succedeva nella pancia di mamma!
• Se decidi di far dormire un neonato nel lettone rispetta alcune norme di sicurezza (avere un materasso rigido, non tenere nel letto coperte o cuscini con cui il bambino potrebbe soffocarsi, fare in modo che non stia vicino a persone obese, che prendono farmaci che inducono sonnolenza o che abbiano assunto sostanze (droghe o alcol).
• Scegli il momento giusto quando decidi di compiere un cambiamento, rispettando le fasi di crescita del piccolo e tenendo conto che anche mamma e papà hanno bisogno di sentirsi tranquilli; il momento migliore è sicuramente quello in cui tutta la famiglia è predisposta a rimboccarsi le maniche!
• Rinforza e premia il tuo bambino, quando per esempio, è riuscito a dormire da solo nella sua stanza.
• Non insistere se il bambino si sta opponendo energicamente al tuo tentativo di cambiamento; è preferibile in questi casi rimandare ed eventualmente pensare di cambiare strategia.
• «Non lasciar piangere il bambino» nella speranza che impari a dormire da solo nella sua stanza e nel suo lettino. Il pianto è un segnale di disagio a cui il piccolo potrebbe associare il momento della nanna.
• Sii consapevole che alcune «occasioni» potrebbero innescare un’abitudine, ossia pensaci bene prima di accogliere il bambino nel tuo letto se poi vuoi che il giorno dopo torni a dormire da solo. Preferibilmente spostati tu se necessita di stare accanto a te.
• Considera che questi suggerimenti sono generali, vanno adattati al bambino e allo stile di vita della famiglia. Ricorda che Flessibilità e Pazienza sono ingredienti fondamentali!
Ebbene sia che tu scelga il co-sleeping, sia che tu prediliga un’altra soluzione assicurati che questa sia vissuta con serenità da tutta la famiglia!